Prestito per arredamento: guida 2019

Prestito per arredamento

Arriva sempre il momento in cui ci si rende conto che la propria casa ha bisogno di un “restyling”. Il rinnovamento può interessare le camere da letto, la cucina, il soggiorno o magari l’intero appartamento: dare un nuovo look può significare ridipingere le pareti, rivedere l’organizzazione degli spazi ma soprattutto acquistare dei nuovi mobili che possano dare quel tocco di modernità ai vari ambienti e rendere la casa ancora più apprezzabile e accogliente. Per realizzare questo obiettivo, gli utenti possono sfruttare alcune agevolazioni come il bonus mobili, così come i bonus di altra natura destinati alle giovani coppie che acquistano la prima casa.

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In cosa consiste il prestito per arredamento

Tuttavia, esiste anche un’altra modalità che viene spesso utilizzata per rinnovare il proprio appartamento, specialmente quando non si dispone di una liquidità eccessiva. Stiamo parlando del prestito per arredamento, una pratica che sta prendendo sempre più piede ma che come tutti i prestiti va analizzata con attenzione e prudenza.

Di seguito alcuni consigli di Danilo Arbinotti su come ottenere un finanziamento per arredare la propria casa. Tanto per cominciare, è opportuno che gli utenti intenzionati a richiedere un prestito per rivedere il look della propria abitazione conoscano a fondo la differenza tra prestito finalizzato e prestito per arredamento. Il primo, infatti, viene proposto al cliente direttamente dal rivenditore, che ha precedentemente stabilito una convenzione con un istituto finanziario che eroga la somma necessaria. Tramite questo finanziamento, il cliente potrà procedere all’acquisto della cucina, del salotto o della camera da letto usufruendo di comode rate, previa verifica del reddito tramite istruttoria.

Se invece il rivenditore non prevede questa possibilità, il cliente può tranquillamente rivolgersi in banca o presso una società finanziaria e richiedere il prestito per arredamento. Le caratteristiche di questa modalità sono semplici: dopo aver ricevuto dalla banca sul proprio conto la somma richiesta (sempre dopo opportune verifiche), l’acquirente la verserà al venditore per procedere all’acquisto dei mobili necessari al restyling della propria abitazione. Successivamente, in base al piano di ammortamento, l’acquirente rimborserà il finanziamento.

Naturalmente ogni banca o società finanziaria elargisce un “massimale” per il prestito di arredamento, che in genere non supera mai i 30.000 euro. Anche per quanto riguarda il tempo necessario per l’erogazione della somma, è molto difficile che passino più di 5 giorni dalla richiesta di prestito inoltrata dall’acquirente.

Per ottenere il prestito di arredamento, l’acquirente deve essere in possesso di alcuni requisiti imprescindibili, come la presenza di un contratto di lavoro (che deve essere stato stipulato almeno da 5 mesi) e la presenza di un conto corrente, postale o bancario. Nei casi in cui questi requisiti non possano essere presentati, si può optare per una forma di garanzia, come quella che possono esercitare i genitori per i propri figli. A questo punto non resta che capire quale possa essere il prestito per arredamento più adatto alle proprie esigenze e quali fattori bisogna tenere sempre in considerazione prima di procedere.

Si può richiedere l’estinzione?

Generalmente il contratto di prestito che viene stipulato tra l’acquirente e la banca o la società finanziaria deve avere delle caratteristiche ben precise, come ad esempio il tasso di interesse praticato e il tasso annuo effettivo globale d’interesse, che è una cifra fondamentale per dichiarare il costo globale del finanziamento e per procedere anche al confronto tra i vari prestiti.

Ma il prestito può essere anche “estinto”? La legge consente di interrompere anticipatamente il prestito, ma il consumatore dovrà rimborsare il capitale residuo e in alcuni casi sarà obbligato anche a pagare una penale, anche se la normativa stabilisce che la stessa non può superare l’1% del capitale finanziato.